domenica 26 luglio 2009

L'amore sacro e l'amor profano, ancora

C'è altro da dire su senso di colpa e lettura. L'analisi freak-economica di Tyler Cowen può essere integrata. In particolare, c'è una giustificazione per la scelta di terminare comunque un libro iniziato. E' una questione di regola contro discrezione.
Nel rapporto con la lettura, si può decidere di seguire una regola: finire sempre un libro cominciato. Oppure si può decidere di agire con discrezione: per ogni libro cominciato, finire il libro solo se è bello. Teoricamente, se l'obiettivo è leggere per piacere, seguire la regola non è mai meglio che agire con discrezione. Se tutti i libri cominciati sono belli, allora sia seguendo la regola che agendo con discrezione finiamo tutti i libri. Se almeno un libro cominciato è brutto, seguendo la regola finiamo anche il libro brutto, mentre agendo con discrezione possiamo sostituire il libro brutto con un altro, possibilmente bello. Tuttavia, questo ragionamento ha una falla: presuppone la perfetta capacità di valutare la bellezza di un libro. Se pensiamo di poter sbagliare il giudizio su un libro cominciato, allora può essere meglio seguire la regola che agire con discrezione.
Esemplifico. L'urlo e il furore di William Faulkner è un romanzo memorabile. La scrittura di Faulkner, tuttavia, non è immediata. Subendo le influenze dello sperimentalismo europeo di inzio Novecento (Joyce anzitutto), la prosa risulta accidentata. E' necessaria qualche pagina per entrare nel ritmo della narrazione. Qualche anno fa, iniziai a leggere l'urlo e il furore tre volte in un mese. Se avessi agito con discrezione, avrei abbandonato Faulkner al primo tentativo. Poichè seguii la regola, alla terza volta superai pagina sessanta e terminai uno dei migliori romanzi che abbia avuto la fortuna di incontrare.
Carlo Fruttero dice di comprendere il valore di un libro alla quinta riga. Primo, noi non siamo Carlo Fruttero. Secondo, non tutti i libri cominciano così:
A lungo, mi sono coricato di buonora. Qualche volta, appena spenta la candela, gli occhi mi si chiudevano così in fretta che non avevo il tempo di dire a me stesso "Mi addormento". E, mezz'ora più tardi, il pensiero che era tempo di cercar sonno mi svegliava.

1 commento:

  1. Io tendo a finire ogni libro iniziato. Per me ci vuole regola. Forse è per quello che a tratti leggo solo manuali di diritto o di geopolitica, e mi scordo di quanto possa essere bello un racconto lungo.
    Non so se sia del tutto responsabilità del senso di colpa. Devo leggere tutto il libro perchè temo di perdere qualcosa di stupendo, che all'inizio non era ancora visibile.
    Tuttavia, (ma con un buon margine di discrezione, in questo caso sì), potrebbe aver ragione Fruttero:

    "Ursus e Homo erano legati da una stretta amicizia.
    Ursus era un uomo; Homo era un lupo. I loro caratteri si erano incontrati. Era stato l’uomo a battezzare il lupo. Probabilmente s'era scelto egli stesso il proprio nome; avendo trovato quello di Ursus adatto a sé, aveva trovato quello di Homo adatto alla bestia."

    E continua: "La società formatasi tra quest’uomo e questo lupo traeva guadagno nelle fiere, nelle feste parrocchiali, negli angoli delle strade, dove i passanti si assembravano, e nel bisogno che prova ovunque il popolo di ascoltare frottole e acquistare l'elettuario. Il lupo, docile e amabilmente sottomesso, riusciva simpatico alla folla. Vedere degli addomesticamenti è una cosa che piace. La nostra suprema soddisfazione consiste nel vederne sfilare tutte le varietà. Per questo v'è sempre tanta gente lungo il passaggio dei corte reali."

    Mi scuso per non aver riportato proprio solo l'incipit.

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